Maneskin: quali sono i fattori del successo?

Maneskin: quali sono i fattori del successo?

Quattro ragazzi in cerca d’autore

Quattro ragazzi in cerca d’autore? Beh forse l’ hanno trovato. I dubbi sul fenomeno esploso dai Maniskin nel settembre 2017 quando hanno debuttato a x factor 11 tra il plauso generale e l’interrogativo di come si sarebbero districati nel mondo che avrebbero dovuto affrontare successivamente è stato sciolto, i Maneskin si sono rivelati una vera e propria folgorazione sia in velocità, nel maturare artisticamente, che nei consensi avuti da un pubblico sia giovane che meno.

“Coatti de Roma” come amano definirsi, dall’inizio incerto per le strade della città al fine di pagarsi le registrazioni, si sono conosciuti tutti e 4 su un sito per musicisti frequentato da Ethan e Thomas come del resto anche da Victoria e Damiano che invece, differentemente, frequentavano lo stesso liceo.

Ed è proprio Victoria, grazie alla sua intraprendenza, che ha messo insieme il gruppo ed organizzato un viaggio in Danimarca dove i ragazzi hanno deciso di affrontare la musica in modo professionale.

Passione sfrenata, dedizione, mancanza forse anche un po’ di consapevolezza, data dalla giovane età, di cosa andavano ad affrontare e su cosa si sarebbero messi in gioco, i Maneskin senza ombra di dubbio hanno fatto centro.

Dall’inedito Chosen dalle infinite visualizzazioni e passaggi in radio, dal singolo Morirò da re, primo brano inedito in italiano del gruppo, clip ufficiale ideata e scritta dagli stessi, dai firma copie dell’EP Chosen nelle librerie Feltrinelli, come dalla partecipazione in numerosi programmi televisivi, l’ascesa è stata facile per loro, che amano suonare in pubblico e che non hanno nessun timore né di sfide e tantomeno di giudizi.

Eccoli quindi immediatamente da x factor catapultati ad affrontare le immediate performance dei tour che hanno registrato il tutto esaurito partite da Febbraio 2018.

La programmazione della stagione autunnale dei nuovi concerti, previsti da Novembre 2018 per concludersi il 20 dicembre in giro per l’Italia, ne diviene ulteriore attestazione di successo e gradimento.

Gruppo eterogeneo e di grande impatto mediatico.

Damiano, vocalista, Victoria, la ragazzina italo danese bassista che ha dato il nome al gruppo il cui significato sta per “Chiaro di luna”, Ethan il batterista, Thomas, alla chitarra, pur avendo preferenze musicali diversificate, hanno saputo personalizzare una tipologia di band che certamente mancava in Italia sia nel genere che, sicuramente, nell’ immagine.

Inconfondibili nelle loro particolarità individuali fortemente definite e differenziate, sono stati capaci di creare un gruppo estremamente originale che, pur presentando queste prerogative, ben si armonizza nell’insieme raggiungendo risultati a dir poco sorprendenti per il successo riscosso.

Thomas, chiamato anche “El cobra” per motivi ancora non completamente chiariti, silenzioso e dal ciuffo inquietante, Vittoria, bionda bassista dalle calze a rete incapace di stare ferma sul palco, Ethan, apparentemente tranquillo e illeggibile nell’ immagine che ricorda i nativi d’America ed infine Damiano, dall’aspetto androgino, esibizionista, versatile, ma anche spesso eccessivo nel suo imporsi al pubblico quasi volesse piacere a tutti i costi, rappresentano forse più di quanto si possa immaginare il modello di successo che le generazione attuali, nella maggior parte dei casi, considerano come tale.

Molte le perplessità nel mondo musicale sulla loro capacità di arrangiare i pezzi al limite del dilettantesco, come del virtuosismo del chitarrista definito ai limiti dell’amatoriale e non di meno dell’interpretazione vocale di Damiano, che pare riproponga sempre lo stesso pezzo., hanno anche sottolineato lo stupore per le considerazioni positive fatte da Agnelli, un sicuro rappresentante della musica colta e non certo di cassetta.

Unica nota di giudizio positiva nel complesso è il riconoscimento al bassista Ethan di essere il solo componente degno di nota per capacità interpretativa e tecnica strumentale.

Bisogna comunque ammettere al di là del fatto che possano piacere o meno, molti si è detto gli articoli che ne hanno sottolineato l’inconsistenza e la fragilità al di là del fenomeno condiviso, che i ragazzi, fosse per sfrontatezza o peggio, arroganza, ci hanno saputo fare tanto da conquistare anche un pubblico meno giovane.

Glissando sulle considerazioni fatte da un nutrito gruppo di signore non certo in verde età sul front man definito sexy, sensuale, il classico bello e maledetto, forse il segreto del loro successo in effetti può essere ricercato nella dicotomia che incarnano tra la sicurezza con cui fronteggiano il grande pubblico, il disincantato modo di porsi nella semplicità del linguaggio, come nel rivestire ruoli improbabili ma sicuramente di grande impatto visivo ed emotivo che rende i Maneskin una calamita da cui è difficile sottrarsi.

Ma perché i Maneskin piacciono così tanto?

Sono giovani, sono sfrontati, instancabili, irriverenti, sono pronti a tutto, se ne fregano di tutti all’apparenza, cosa di più attraente per tutti quei ragazzi e anche meno che si sbracciano sugli spalti dei loro concerti ?

Parliamo poi del carisma di Damiano? Costruito o meno è indubbio che abbia il dono di catalizzare l’attenzione vuoi per il look che per i tratti somatici, ma certo si può dire la stessa cosa per ognuno dei singoli componenti della band.

Riproponendo una musica Rock americana degli anni 80 che al tempo aveva rappresentato un genere di sfida mai completamente assimilato dall’Italia, i Maneskin hanno saputo riproporlo riadattandolo al gusto del made In Italy pur non discostandosene troppo.

Ritagliandosi uno spazio in modo fresco, coinvolgente, dissacratorio, sono andati a colmare quell’aspetto del Rock che nel tempo ha visto una reinterpretazione del genere versata maggiormente ad un cantautorato ben incarnato nelle figure intramontabili di Vasco Rossi e Gianna Nannini.

Damiano soul, Vittoria pop, Ethan rock’n’roll,Thomas, Jazz strumentale, Funk e Soul, Indie Rock, uno dei pochi gruppi giovani del nostro Paese, riadattando in uno stile hard rock non troppo lontano dall’originale ma in linea con i gusti del nostro Paese, ne hanno creato una vera e propria macchina di divertimento.

Rock di divertimento quindi sfrenato, coinvolgente, trasgressivo, basato su semplici ritmi, questi ragazzi, travolti dall’apprezzamento, al di là dei tecnicismi e delle critiche, si sono catapultati nell’entusiasmo e forza tipico della loro età coinvolgendo e trascinando tutti nella loro avventura.

Al di là di tutte le considerazioni possibili sulla loro elementarità di linguaggio, di atteggiamento e di spessore per ora, una cosa è certa, sicuramente possono essere considerati nel contesto in cui viviamo un esempio di cosa una passione può generare se solo la si ascolta, e questo il pubblico lo ha capito.

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